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Coppie nei privé in cerca di stimoli


Sono 300mila all'anno le coppie che frequentano regolarmente i templi dell'amore proibito. E la psicologa ammette: qualche volta è utile per conoscere meglio la propria sessualità.

MILANO - I dati non mentono, più di 300mila coppie italiane amano frequentare i club privé, roccaforti del piacere e della trasgressione metropolitana. La maggior parte dei locali sono collocati al centro-nord (30 a Milano, 10 a Torino e uno solo a Palermo) e i frequentatori abituali hanno dai 30 ai 50 anni (con un 30 % di giovani dai 20 ai 30 anni), appartengono ad una fascia sociale medio-alta e vivono il sesso in modo disinibito. Questo l'ideale identikit degli habitué di questo mondo che da elitario sta diventando di massa, raccogliendo accoliti proprio tra i più giovani.

Solitamente si viene presentati da altri soci o da amici, la quota annuale associativa si aggira intorno ai 5 milioni (da versare secondo le modalità che il gestore del locale stabilisce), in cambio si garantisce anonimato, riservatezza e la possibilità di frequentare anche tutti i giorni, ovviamente tenuto conto del rapporto tra numero delle coppie e singoli (su 10 coppie si consente l'entrata a 25 singoli). In alcuni casi è possibile entrare pagando, a serata, dalle 200.000 alle 300.000 lire per i singoli e 100.000 lire per le coppie.

Anche se i numeri e le statistiche possono variare, non cambia invece il comportamento tenuto dai mattatori delle notti brave, sembra che anche il pomeriggio sia abbastanza frequentato, permessi aziendali permettendo! Innanzitutto la prima sala che accoglie i visitatori è una discoteca quasi sempre avvolta da specchi in cui le donne si esibiscono in danze sfrenate ed esibizioniste. Sono seguite dal loro compagno ma sono loro a decidere se l'eventuale pretendente può introdursi nel gioco e lo fanno in modo risoluto e sicuro. Se la risposta è positiva si può anche consumare l'atto in pista, ma nella maggior parte dei casi ci si sposta in una delle stanze presenti all'interno del club.

Gli esperti danno versioni contrastanti di questa tendenza. C'è chi, come la psicoterapeuta Maria Rita Parsi, ammette che "Si tratta di persone che per crescere hanno bisogno di verificare la propria identità sessuale in una situazione molto impersonale. In genere chi nei club privé effettua scambi di coppia è chi deve ancora affrontare una crescita sessuale propria o è stanco di affrontare dissidi di coppia e delega all'erotismo quello che non riesce a risolvere dal punto di vista sentimentale. Il tentativo è di conoscersi misurandosi con gli altri. Queste persone hanno estremo bisogno di vivere una sessualità fino alla comprensione di sè stessi".

E c'è chi, come la psicologa Vera Slepoj, si dice in disaccordo. "La perversione, gli amori limite sono negativi - dice - e non fanno bene all'amore. Un rapporto sano è un rapporto basato sull'autonomia e il rispetto di chi fa parte della coppia".

La tipologia dei club è molto varia: c'è una dark room (letteralmente camera buia) in cui l'oscurità permette a chi decide di entrare di avere rapporti sessuali con chiunque senza distinzioni di sorta: per i più trasgressivi. Ci sono poi camerini dove le coppie possono esibirsi, talvolta sono protetti da un vetro che fa la felicità dei voyeurs, oppure salotti dove il sesso è consumato con luce soffusa. Esistono stanze sado-maso dove sono presenti tutti gli accessori in grado di soddisfare gli eccessi di "schiavi" e "padroni" e sale video in cui le coppie guardano film hard e aspettano che qualche appetibile singolo si faccia avanti per approfittarne.

Un piacere consumato tra consenzienti, persone che decidono di disporre del proprio corpo come meglio credono, questo almeno nel 70 % dei casi. Infatti esiste un sottobosco (locali legati al mondo della malavita) che permette lo sfruttamento della prostituzione e che è difficilmente controllabile. Il consiglio è di affidarsi alle segnalazioni di un'associazione che si chiama Federsex e che organizza i privé in Italia ed Europa offrendo consulenza, promozione e tutela legale.

Nonostante ciò, "tutto è possibile ma niente è scontato", nel senso che tutta questa libertà è legata ad un codice di autoregolamentazione che ognuno possiede: se una coppia fa capire di non gradire un singolo questo rispetta la loro decisione, solitamente senza insistere. Inoltre in queste cattedrali del sesso la parola non è contemplata, si parla poco e si agisce molto, il linguaggio è fatto di sguardi e di movimenti del corpo e il coinvolgimento emotivo e sentimentale è lasciato fuori dalla porta, l'imperativo categorico è provare piacere, niente di più.