L'INCREDIBILE SIGNOR BERLUSCONI
C'e' da ammettere che e' veramente una forza della natura. Il suo sorriso inossidabile non evapora neppure davanti a questo scandalo ormai debordante. E' eroico e riesce, nonostante tutto, a essere ancora in testa ai sondaggi. La sua espressione e' cosi' splendidamente onesta che un numero incredibile di italiani, che non leggeranno mai queste righe, continua a dargli fiducia.
Una situazione assolutamente paradossale che sta stupendo i giornali di tutto il mondo. Ma andiamo con ordine.
Era uscito, tre settimane fa su "Repubblica", un estratto
delle 800 pagine della perizia della societa'internazionale di revisione contabile KPMG commissionata dalla Procura della Repubblica di Milano. Nell'enorme studio si documentava come Berlusconi abbia creato una rete di societa' all'estero e si insinuava che dette societa' avessero lo scopo di far salire il prezzo dei programmi televisivi acquistati dalla Fininvest, evadendo cosi' le tasse in Italia e togliendo utili agli azionisti.
Gran can can del Polo per queste "calunnie comuniste". Berlusconi nega tutto. E come ha ripetuto varie volte sostiene di non aver nessun rapporto con le societa' che
facevano da intermediarie per l'acquisto dei
programmi. E qualcuno si chiede allora perche' la
Fininvest non andasse a comprare direttamente i film dai
fornitori. Ma ecco che anche "The Economist", stimato giornale
di destra inglese, attacca Berlusconi sostenendo che e' impresentabile
per i suoi guai giudiziari. E ancora Berlusconi insorge e
nega tutto. Nega come ha fatto davanti ai giudici
italiani e a Baltazar Garzon, giudice spagnolo: non c'e'
nessun legame tra il suo gruppo e le societa' che
mediarono con Telecinco l'acquisto dei diritti tv. Poi
succede che "El Mundo", stimato periodico di destra
spagnolo, fa uno scoop enorme. Pubblica alcuni fax, in possesso
della redazione, che provano (pare) incontrovertibilmente che
le societa' dalle quali Telecinco comprava i programmi erano in
realta' controllate dalla Fininvest.
E badate bene non si tratta delle stesse societa' che
vendevano programmi televisivi a Fininvest, ma di
altre, ancora una volta numerosissime e domiciliate in
vari paesi spesso con leggi fiscali particolarmente
permissive e controlli bancari risibili.
Secondo "El Mundo" questo turbinio di societa' aveva lo
scopo di «provocare importanti perdite nei conti di
Telecinco (58 miliardi di pesetas nel O95, 696 miliardi
di lire) che portarono a una serie di licenziamenti,
mentre i guadagni di Berlusconi crescevano in modo
spettacolare».
Ce ne sarebbe per spezzare il buonumore di un gigante
ma Berlusconi, integerrimo, risponde che e' vero,
aveva qualche societa' all'estero (ma non l'aveva
sempre negato???) ma non c'e' nulla di irregolare, gli
servivano solo per non pagare le tasse due volte...
Non possiamo che fargli tanto di cappello per il sangue
freddo.
Cercando di vedere il bene in ogni cosa possiamo dire
che tutta questa storia potrebbe essere utile come
grande test sulla credulita' popolare. Il detto dice: chi
ruba una mela va in galera, chi ruba un regno va in
carrozza. Si potrebbe aggiungere: le bugie hanno le
gambe corte ma quelle dei potenti prendono il taxi.