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Brasile - Per risparmiare energia, non si lavora


Il presidente Cardoso (nella foto) ha annunciato misure eccezionali: la giornata lavorativa finirà alle 17 di sera e ci saranno 4 ore di black out quotidiane.

RIO DE JANEIRO – Coprifuoco per i lavoratori: dopo le 17 di sera, tutti a casa. Mentre la crisi energetica minaccia la prima potenza economica dell’America Latina (170 milioni di abitanti), il presidente brasiliano Fernando Henrique Cardoso elabora una ricetta di tagli per evitare il collasso. Ma il piano non convince il Paese. Cardoso ha annunciato che la giornata lavorativa dovrà concludersi alle 17 locali: un taglio che permetterò un risparmio energetico di almeno il 15 per cento. Non solo. A partire dal 1 giugno, ogni giorno il Brasile piomberà nel buio per almeno 4 ore: un black out quotidiano – avvertono però gli industriali – che potrebbe mettere veramente in ginocchio la produzione brasiliana. La misura verrà annunciata ufficialmente entro venerdì, ma il Paese non tollera più l’attesa e l’ agitazione monta.

Il Brasile sta affrontando la peggiore crisi energetica degli ultimi 70 anni, dovuta soprattutto alla persistente siccità che ha ridotto la portata dei fiumi che alimentano le centrali idroelettriche.
Ma anche il governo ha le sue responsabilità: le cinquanta centrali termoelettriche che dovrebbero essere già state completate, sono in grave ritardo. Una serie di concause che influiscono negativamente sull’economia del Paese, tanto da ridurre il prodotto interno lordo dell'1-2 per cento. Come conseguenza immediata, non saranno creati gli 850.000 nuovi posti di lavoro previsti.

Il futuro è nero. “La vita di un paese, purtroppo, a volte affronta molte difficoltà...chi terremoti o guerre e noi una crisi energetica” ha detto il ministro per l'energia José Jorge. Intanto la moneta nazionale, il real, ha registrato lunedì una parità record di 2,31 con il dollaro. L’ex ministro delle Comunicazioni, Luiz Carlos Mendonca de Barros, per definire la crisi attuale non ha usato mezzi termini: “Vivremo una decelerazione economica brutale”.