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Aborto, Buttiglione in campo


Il Biancofiore presenta una proposta di legge per riformare la legge sull'interruzione volontaria di gravidanza. Buttiglione: "Un milione al mese a chi non abortisce". Insorge il centrosinistra: "Ecco i talebani"

ROMA- Il centrodestra è al lavoro per mettere mano, in senso restrittivo, alla legge sull'interruzione volontaria di gravidanza. A fare da battistrada è il Biancofiore, che ha presentato le prime proposte di legge contro l'aborto, insieme all'istituzione di una commissione parlamentare di inchiesta sul funzionamento dei consultori, a firma del neoministro per le Politiche comunitarie Rocco Buttiglione. Tacciono, al momento, gli alleati, anche se con ogni probabilità Alleanza nazionale riproporrà l'introduzione nel codice penale del reato di istigazione all'aborto, punibile con la reclusione da 1 a 3 anni, accanto ad una più incisiva campagna di prevenzione, proposta presentata già la scorsa legislatura.

Nessun segnale, per ora, da Forza italia e dalla Lega, che nella passata legislatura aveva presentato un ddl dalla forte impronta repressiva, prevedendo 6 mesi di domicilio obbligato e altrettanti di 'riabilitazione sociale' per la donna che abortisce, oltre a multe fino a 10 milioni e 1 mese di carcere per i medici che pratichino l'interruzione di gravidanza. E' probabile tuttavia che anche la Lega scelga in questa legislatura soluzioni più moderate, in accordo con gli alleati. Ad esempio appoggiando la linea indicata dal Biancofiore per un sostegno economico alle donne che decidano di non abortire. Un sostegno, a carico dello Stato e integrabile dalle Regioni, pari ad 1 milione al mese per la durata di un anno, dal momento del concepimento fino al ricovero del minore in un istituto di assistenza, o alla sua adozione o affidamento, con il consenso dei genitori e con procedura d'urgenza. L'azione legislativa della Cdl in tema di lotta all'aborto non si limiterebbe al solo aiuto economico alle madri. Il centrodestra punta anche su una più incisiva campagna di prevenzione, a partire dalla scuola, e su un diverso ruolo dei consultori, sollecitati a fare più 'pressing' sulle donne che manifestano l'intenzione di abortire. Nell'opera di convincimento a rinunciare all'aborto verrebbe coinvolto anche il padre del nascituro. I Comuni potrebbero essere chiamati all'obbligo di convenzionamento con i consultori ed altri organismi pubblici e privati che operano per la prevenzione dell'aborto. E al Tribunale dei minorenni verrebbero attribuiti compiti di vigilanza a tutela del diritto alla vita e di controllo sull'attività dei consultori. Resta la possibilità di abortire nel caso in cui la gravidanza e il parto possano rappresentare un grave pericolo per la vita della donna.

Anche parte del centrosinistra, e segnatamente il Ppi, aveva sollecitato una verifica della 194, soprattutto per quel che riguarda ruolo e funzioni dei consultori come ''punta di diamante'' del lavoro di prevenzione. E all'indomani della vittoria elettorale dela Cdl la Cei ha sottolineato la necessità di una riflessione critica sul tema dell'aborto, suscitando l'immediata reazione delle forze di sinistra che si sono dette contrarie ad una revisione della 194. Fino a questo momento le forze del centrodestra hanno proceduto in ordine sparso, ma è presumibile che un confronto interno alla Cdl possa portare a iniziative legislative omogenee da offrire al dibattito parlamentare nei prossimi mesi.

Tutt'altra musica tra le fila del centrosinistra che si schiera compatto contro Buttiglione e la proposta di modifica della legge 194 avanzata dal Biancofiore. ''Se il buon giorno si vede dal mattino, la cultura reazionaria della Casa delle libertà ha presentato il suo biglietto da visita'', taglia corto Giovanni Crema, capogruppo dei senatori Sdi.

Laura Cima, deputato dei Verdi e membro della commissione pari opportunità, fa la sua analisi: ''il governo di destra inizia la sua politica contro le donne criminalizzando la scelta dell'aborto''. Insomma, la legge 194, avverte la parlamentare, non si tocca. ''E' stata il frutto di un referendum popolare che ha scelto la legalizzazione dell' aborto, e qualsiasi tentativo di modificarla sarebbe un grave colpo alla democrazia e alla storia del progresso del nostro paese''.
Un concetto che ribadiscono a chiare lettere anche le parlamentari di Rifondazione Comunista Graziella Mascia, Titti De Simone, Elettra Deiana, Tiziana Valpiana che accolgono tuonando la proposta di modifica della 194. "Sono arrivati i talebani", si legge in un comunicato al vetriolo diffuso collegialmente. "La proposta - affermano le quattro deputate- rivela il carattere regressivo della cosiddetta Casa delle Libertà che vuole colpire l' autodeterminazione delle donne".
La chiosa è un avvertimento ai parlamentari del Biancofiore che "dovrebbero ricordare che questa legge è stata approvata dal Parlamento e sancita dal voto popolare attraverso un referendum". "Troveranno in Parlamento e nel Paese una forte opposizione", giurano le donne del Prc