Snatch - Lo strappo

"Snatch": Anche i cani hanno la loro parte Un avventura avvenente e dura, dietro ad un prezioso diamante, con un colorato ritratto di gypsy irlandese e....... un cane.

Guy Ritchie, come in un frullatore, mixa personaggi, immagini, situazioni e lascia viaggiare la tritura ad altissima velocità. In una spirale impazzita, al limite della perdita di controllo, si dissolvono tutti gli elementi del film. Potrebbe essere un vero casino con tutto quello che accade, con la pletora di personaggi colorati, con l' insistenza sulle stesse parole, con l'ironia che interviene in modo schizofrenico, ma il film, proprio per questo "perfetto caos", è una amena avventura alle montagne russe. Il regista scherza con le inquadrature, torna sulle stesse situazioni in modo paranoico, mettendo le facce al posto gusto (indimenticabile quella di Brad che impreca la madre). Certo non si può dire che sia una storia divertente... anche se c'è dell'humour è molto difficile ridere. Il film è duro, duro a tal punto tale che viene voglia di allontanarsi dallo schermo. E' un effetto ricorrente nei film di Ritchie catturare l'audience e poi sbatterla via. Non è un film facile da vedere ma le storie di Ritchie sono a presa stretta, e costringono la vista, con uno stile unico.