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Numero 1233° sabato 23 novembre 2024

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Pearl Harbor


"Pearl Harbor": Tora, tora, tora... retorica!

TRAMA

Danny e Rafe sono due cari amici, aviatori (uno si addestra nell'aviazione americana e l'altro è in missione oltreocenao con la RAF inglese), durante la seconda Guerra Mondiale. Sullo sfondo del tragico ed improvviso attacco aereo giapponese al porto americano di Pearl Harbor i due si contendono l'amore della stessa donna... Riuscirà a resistere la loro amicizia a tanti stravolgimenti?

Recensione

Perché? Perché questo film viene presentato come un film di guerra? Perché, il titolo lascia intendere che si parli del massacro di Pearl Harbor? Perché visto che l'80% della vicenda è in realtà un conflitto amical-sentimentale sullo sfondo del bombardamento giapponese al porto americano e che anche in questo frangente il film si conclude in realtà con l'impero statunitense -more solito- forte, invitto e vendicato? Si parte subito con uno spot di 'orgoglio americano' da padre a figlio ("Io ho combattuto... ecc...", "Patria del coraggio, Terra di libertà", ecc...) ed è solo il prologo! Si passa poi a "Top Gun", con i nostri baldi eroi impegnati nelle evoluzioni che già resero famoso Tom Cruise e nei conseguenti rimbrotti da parte del capitano, rude ma comprensivo e giusto. Stacco sulla eroina e inizio del 'romance'.

La nostra 'Donna Flor' risulta una giovane dal cuore buono pronta a farsi rafforzare dalle asprezze che la vita le mette di fronte di volta in volta. Non ho amato i personaggi di questo film, i protagonisti sono un po' troppo... nitidi. Come dire... eroi buoni anni '50. Posso anche accettare che sia quello che devono essere, ma allora perché il contorno è fatto di macchiette, di tontoloni (non saranno mica tutti ragazzoni della campagna americana i nostri avieri), di figure appena abbozzate, di condottieri eroici (sempre pronti a dispensare frasi da incorniciare o che siano di esempio alle truppe), di nemici fragili e timorosi di aver svegliato il 'Gigante' (si parla degli Stati Uniti o dell'Enola Gay?)? ...ci sono anche i miracolati! Incredibile... Ma anche questo va bene. In fondo la storia non deve necessariamente essere riprodotta fedelmente (è ovvio), lo spazio concesso dalla verosimiglianza alla creazione artistica è quello che rende -spesse volte- un film degno di essere vissuto o raccontato.

Per quanto riguarda la storia poi, non c'è nulla di male (anzi) che il film risulti di genere 'sentimentale' più che di 'guerra', nonostante l'ambientazione. Certo la storia è un po' tirata per le lunghe, decisamente troppo, ma ormai sembra essere diventata quasi una moda dalle parti della West Coast. Quello che veramente mi da fastidio, se mi permettete il parere personale (temo non abbiate molte possibilità di rifiutarvi), è però lo sfoggio irritante, eccessivo e invadente di tanta retorica a stelle e strisce... Insopportabile! I nemici hanno paura di loro (gli americani, ovvio...) anche mentre li annientano; gli alleati li idolatrano e ringraziano il cielo di averne anche solo uno nelle proprie fila; i capi muoiono dando l'esempio; i ragazzi sono eroi in erba pronti a morire per la grandezza dello stato; lo stesso presidente è pronto a miracolose prove di forza; e poi, scusatemi... ma è mai possibile che anche un film che parla di una sconfitta devastante, di un massacro storico, di una pagina nera della storia americana, debba SEMPRE e COMUNQUE finire con un trionfo yankee?!? Perché?! Pearl Harbor è Pearl Harbor... possibile che non si potesse parlare della storia d'amore, delle tragedie vissute e consumate senza dover passare l'ultima mezz'ora del film a 'godersi' la preparazione dell'operazione Doolittle (praticamente la rappresaglia americana su Tokyo a vendicare l'onta subita)? Niente!

Anche questa volta la bandiera a stelle e strisce doveva sventolare su vivi e morti, eterno simbolo dei giusti e dei vincenti... che nausea... Al di là dei pareri personali, e di tanta insofferenza, il voto non è dei più scarsi... In fondo più film si intrecciano in queste 2 ore e 40 minuti, e volendo prendere per buoni tanti propositi alla base della pellicola, "Pearl Harbor" diventa a buon diritto un titolo da consigliare. Per le emozioni, gli effetti, le scene, le inquadrature e (per chi lo gradisce) l'aspetto sentimentale predominante. Scansate la retorica, sarà difficile forse, ma quei 40 minuti di azione meritano il biglietto d'ingresso. Non avete molto da perdere... qualcosa di più da guadagnarci. Ne riparleremo.