Campionesse da spotSegni particolari: bellissime. Professione: sportive. Sono loro a far tremare i polsi alle top model che rischiano il posto (e milioni di dollari). La pubblicità si contende le nuove dee tutte muscoli e grinta. C'erano una volta le atlete più uomo che donna. Capelli rasati a zero, muscolo rigonfi, andatura da marines. Ebbene quelle donne, che pure hanno fatto la storia dello sport, hanno lasciato il passo ad una generazione di atlete supersexy che dopo avere sfondato record ed avere fatto incetta di medaglie sfidano top model del calibro di Gisele Bundechen, la fidanzatona di Leonardo DiCaprio, e si accaparrano passerelle e spot pubblicitari. Le due divine del momento, sulle quali già i talent scout delle aziende pubblicitarie si danno battaglia, sono Venus Williams, vincitrice del singolo a Wimbledon, che difenderà al torneo inglese, a partire dal 25 giugno, il suo titolo. E in campo scenderà con una mise minimal chic da capogiro: un tubino bianco latte che sottolinea le curve perfette. Ma la vera novità, in fatto di atlete sexy, secondo la rivista specializzata Ace dovrebbe avere il volto, e le gambe da gazzella di Barbara Schett l'austriaca venticinquenne compagna di doppio della superbella Anna Kournikova nello scorso gennaio agli Open di Australia. Il magazine inglese va sostenendo che la più bella del tennis è proprio lei che sarebbe già corteggiatissima da un'azienda di prodotti di bellezza. Dunque Anna Kournikova, la bambola di origine russa alta 1 metro e 70 che in campo scende con completini stravaganti mentre in disco indossa volentieri minitubini con spacchi all'inguine. Impossibile quantificare il suo patrimonio personale, frutto di contratti miliardari soprattutto da quando nel 1999 è stata eletta la donna dell'anno. L'ultima frontiera della bionda Anna è internet: basta digitare il suo nome e una valanga di siti, molti utilizzati anche per lo shopping online di cui la russa è testimonial, si sciorinano sul piccolo schermo del computer. Sempre alla voce tennis come dimenticare la svizzera Martina Hingis. Che ha conquistato un paio di anni fa persino la copertina di Gq, uno dei più quotati mensili di moda, cultura e spettacolo maschile. All'opposto di Anna, Martina ha scelto il look ragazza bene con completini su misura, orologio d'oro e brillantino all'orecchio che le ha attirato lo sguardo degli uomini, ma anche delle agenzie che promuovono marchi di gioielleria. Persino una non superbella come Stefi Graf è stata appetita dalla pubblicità. Il suo corpo, infatti è stato usato per alzare il desiderio di pasta nei telespetattori di mezzo mondo grazie ad una nota azienda italiana che le ha affidato il suo marchio. Più femminile, come del resto lo stile scelto in campo prima si sferrare i suoi terribili colpi, Gabriela Sabatini, alla quale un'azienda cosmetica aveva dedicato un profumo di cui Gabri è diventata testimonial. Ma a rivoltare l'assioma per cui una donna sportiva deve essere per forza mascolina non ci sono solo le regine della racchetta. Persino uno sport che accende i cuori soltanto alle Olimpiadi come il nuoto ha avuto la sua sexsymbol in Franziska Van Almsick. La bella tedesca che possiede un sito degno di una popstar (www.franzi.de/), non solo ha fatto battere i cuori con le sue medaglie a Sydney, ma per mesi si è affacciata sul piccolo schermo guidando un'automobile di una grande azienda che si tuffava in una pozzanghera per evitare il traffico uscendone lucente come le gambe della sua teutonica guidatrice. E che dire di Brandi Chastain? La calciatrice il 10 luglio 1999 ha regalato agli Usa il mondiale di calcio femminile con un rigore decisivo, a cui poi è seguito un sollevamento di maglietta che ha lasciato vedere un castigato ma supersexy reggiseno. Da allora Brandi, che all'epoca guadagnava 20 milioni di lire l'anno, è balzata a mezzo miliardo di contratti pubblicitari l'anno. Quando la rivista Gear l'ha mandata in copertina con indosso le sole scarpe da calcio e null'altro a parte le cicatrici sulle splendide gambe, il giornale è andato a ruba. A proposito di scarpe. Una grande azienda di scarpe sportive dopo aver dragato fra le eroine del calcio mondiale femminile è poi passato a quello del beach-volley ed ha ingaggiato Gabrielle Reece: costumi attillati, programmi televisisvi su Mtv, sfilate di moda, a 28 anni Gabrielle sta più tempo sui set fotografici e televisivi che sul quadrato di sabbia. Persino le cenerentole dello sport, quelle che fanno atletica per intenderci, sono diventate stelle del piccolo schermo e delle pagine patinate. Alcune hanno persino fatto il salto in calendari osé come è il caso di Marion Jones, la donna più veloce del pianeta e Amy Acuff, la texana che da saltatrice in lungo si è trasformata in un'icona erotica, comparendo in quel calendario "scoperta" da una bandiera americana. Ad Amy un'azienda che produce prodotti di bellezza versa un miliardo l'anno. Stessa strada per Dara Torres, la nuotatrice che per prima al mondo nel 1994 è finita sul celebre numero dedicato ai costumi da bagno di Sports Illustrated. E che successivamente è diventata modella e conduttrice tv. Oggi si concede anche ad un'azienda di cibi dietetici. Persino il pattinaggio su ghiaccio ha avuto la sua star, quella Katharina Witt il cui temperamento caliente le ha fatto vincere, in passato, medaglie su medaglie, ma anche un piccolo posto nello showbiz: lasciata l'attività agonistica Katharina si è esibita in spettacoli sul ghiaccio e in serate televisive, che le hanno fruttato contratti con aziende statunitensi di abbigliamento e cosmesi. Anche le italiane nel loro piccolo hanno fatto il loro salto dallo sport alla pubblicità e dintorni. Come Maurizia Cacciatori, una delle palleggiatrici più brave del mondo e già capitana della nazionale di pallavolo. Il fisico da top model ha fruttato a Maurizia l'ingaggio di un'azienda di lingerie che l'ha portata a posare in slip e balconcino per i più grandi giornali italiani. Stessa sorte è toccata alla simpatica e fresca Deborah Compagnoni che prima di diventare mamma si è lasciata ammirare in reggiseno dagli italiani grazie a giganteschi manifesti piazzati in angoli strategici delle vie. |