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Blitz della Coveri al mercatino di Forte


Silvana Coveri ha acquistato decine di magliette con la sua griffe contraffatta al mercatino di Forte dei Marmi. Poi le ha portate alla Guardia di Finanza. A ilNuovo.it si sfoga: "Sono prodotti squallidi".

FIRENZE - Ha fatto tutto da sola. Silvana Coveri, titolare del marchio di moda dalla scomparsa del marito Enrico, si è avvicinata a un banco di venditori ambulanti al mercatino di Forte dei Marmi e si è fatta spiegare il perché di quelle magliette di Coveri vendute al prezzo di appena 35mila lire. Si è presentata, ma ha ricevuto ugualmente risposte sgarbate e ha deciso di acquistare le magliette Coveri dai tre banconi che esponevano e le ha portate alla Guardia di finanza. Di lì a poco, i finanziari hanno sequestrato 1600 capi dai banchi.

Si sono vissuti momenti di grande tensione domenica al mercatino delle griffe del Forte. Un blitz inatteso, piuttosto plateale, che ha innervosito non poco gli ambulanti. E alla fine polizia e carabinieri hanno avuto il loro bel da fare per mantenere la calma. Ma, il giorno dopo, la signora Silvana non è per nulla pentita e, anzi, rincara la dose: "Sono prodotti scadenti, comprati all'estero con quattro soldi. Noi invece spendiamo miliardi in pubblicità, registrazioni di marchi. I nostri contratti di licenza sono ferrei, uno non può appiccicare patacche su magliette che arrivano dalle Mauritius e che con la nostra casa di moda non hanno nulla a che fare".

Silvana Coveri non si dà pace: "Riceviamo ogni giorno telefonate di finanzieri che ci chiedendo spiegazioni su stock di magliette, ciabatte e quant’altro viene periodicamente sequestrato dalla Guardia di Finanza. Io non faccio altro che rispondere che devono rispedire tutto al mittente perché non è roba nostra: la settimana scorsa sono comparse dal nulla 16.000 magliette in Piemonte: tutte in vendita a 3mila lire. Credetemi, sono prodotti squallidi".

Non sono gli ambulanti gli avversari della signora Coveri: "Capisco la complessità della filiera delle contraffazioni: i venditori sono solo l'ultimo anello, magari il più debole. Però bisogna fare qualcosa perché le registrazioni, il mantenimento del marchio, la pubblicità sono spese miliardarie per la nostra azienda. Abbiamo vincoli ferrei e vedere tutto questo vanificato da queste magliette cucite male è ingiusto". Silvana Coveri svela anche un retroscena dell'imboscata tesa ieri agli ambulanti: "Mia figlia aveva già acquistato una maglietta in settimana, portandomela e facendomi vedere come (mal)trattavano il nostro marchio. Insomma, sono andata lì a colpo sicura". Allora quali sono le soluzioni? "Bisogna intensificare i controlli, sia con i registratori che con le fabbriche di produzione".