Evolution

"Evolution": Il ritorno degli Starshipghostbusters

TRAMA

Un misterioso organismo, giunto sulla Terra grazie a una meteora, comincia ad evolversi a una velocità che rischia di distruggere le leggi naturali che governano il pianeta. Intanto un insegnante di biologia, cacciato dall'esercito, un aspirante pompiere ed un geologo indagano, ma si devono scontrare con le teste di legno ed i beceri protocolli dei militari che credono di essere in grado di gestire la situazione.
Così non è e la vita aliena si evolve in pochi giorni allo stadio di primate. Non resta che distruggere tutto con un'ondata di napal, ma i marines non sanno che è proprio il fuoco a fungere da catalizzatore alla crescita di quell'organismo...

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RECENSIONE

Certo, sarebbe difficile toccare quei livelli di splendore, ma questa volta Reitman ci prende proprio e, senza badare a spese quanto a effetti speciali, si affida al volto di uno che con gli extraterrestri ha già un conto in sospeso, per confezionare una roboante fanta-commedia tutta azione e divertimento.
Eh già, pare proprio che Mulder...ohps...com'era?...ah sì!...David Duchovny, non riesca a stare lontano da qualche x-file e, dopo la triste pausa amorosa di "Return To Me", si rigetta a capofitto nella lotta contro gli alieni. Attenzione però, perché non è solo lui la star di un film che punta sul ritmo e sulle gag - fino ai limiti del demenziale - saremmo infatti imperdonabili nel dimenticare l'irresistibile Orlando Jones (già visto in di sfuggita in "Magnolia" e poi ne "Le riserve"), qui pesantemente caricaturato ed una Julianne Moore che, pure nei panni di una maldestra scienziata, riesce sprizzare erotismo da tutti i pori.
Le (auto)citazioni raffinate si sprecano: dai recenti "Ghostbusters" e "Jurassic Park", al più ricercato "La guerra dei mondi". Prendendo spunto da tutto ciò il buon Ivan rilancia il tema dell'invasione aliena in modo originale ed intelligente, senza troppi fronzoli pretenziosi, ma dando una svolta comica alla potenzialmente apocalittica sceneggiatura originale firmata Don Jakoby e David Diamone, rinverdendo un po' i fasti di un genere ultimamente troppo trascurato.