Ricerca Usa: il sesso fa bene in gravidanzaUna ricerca dell'Università del Nord Carolina, pubblicata sull'ultimo numero di "Obstetrics & Gynecology", chiarisce finalmente incertezze e luoghi comuni legati al sesso in gravidanza. MILANO - Ci sono molte cose che una donna non può fare negli ultimi mesi della gravidanza, ma il sesso non è certamente una di queste. A partire dal settimo mese, in linea di massima, i medici si dividono tra chi tende a sconsigliare i rapporti sessuali (l'orgasmo femminile produce ossitocina, un ormone che può causare contrazioni uterine e quindi un parto prematuro) anche a chi ha avuto una gestazione senza problemi e chi invece sostiene che il sesso è sempre "sicuro" per tutta la durata della gravidanza, tranne le dovute eccezioni. Ma una ricerca della Chapel Hill's School of Public Health dell'Università del Nord Carolina, pubblicata sull'ultimo numero di "Obstetrics & Gynecology", autorevole rivista medica americana, chiarisce finalmente incertezze e luoghi comuni legati al sesso in gravidanza. Il parto prematuro non avrebbe niente a che vedere con una donna sessualmente attiva anche nelle ultime settimane della gravidanza. L'indagine, compiuta su 600 donne incinte alle quali è stato somministrato un test sulla loro frequenza di rapporti durante la gravidanza, sembra capovolgere tutti i piu comuni assunti in questo campo: non solo l'orgasmo non ha alcun legame con il parto prematuro avvenuto prima della 37° settimana, ma ne potrebbe, invece, addirittura ridurne il rischio per chi sta conducendo una maternità senza problemi. Fare l'amore in gravidanza, dunque, fa bene, non solo ai genitori ma... anche al piccolo in grembo. "L'attività sessuale in sè non ha niente a che vedere con la scadenza della gravidanza" spiega la dott.sa Amy Sayle che ha guidato il team di ricercatori composto David Savitz, John Thorp, Irva Hertz-Picciotto e Allen Wilcox, "ma è invece un indicatore che i due partner sono vicini e questo dà un forte sostegno alla donna che continua ad avere una gravidanza tranquilla, riducendo cosi il rischio di un parto prematuro". Delle 600 donne della cittadina di Piedmont, nella Carolina del Nord, che hanno partecipato allo studio di controllo, 187 hanno avuto un parto prematuro. Dai risultati del test non è emersa alcuna sostanziale differenza nelle abitudini sessuali tra il gruppo di donne che aveva partorito prematuramente al settimo o ottavo mese e quelle che avevano invece portato a termine normalmente la gravidanza. Anzi le 409 donne che avevano partorito al nono mese avevano una frequenza di rapporti sessuali, a poche settimane prima del parto, anche maggiore delle 187 mamme "premature". "Questo ci porta a pensare che l'orgasmo possa essere addirittura un fattore di riduzione di rischio del parto prematuro che dura fino a due settimane dal rapporto sessuale", continua Sayle, "anche se questo non ci deve far associare il rapporto sessuale alla prevenzione dal parto prematuro". E' una riduzione di rischio e non una prevenzione dal parto prematuro, tendono a sottolineare dunque i ricercatori: il sesso, negli ultimi mesi della gravidanza, rimane infatti sconsigliato ad esempio a chi ha già avuto un precedente parto prematuro, a chi porta in grembo due gemelli o ha una gravidanza problematica (perdite o emorragie, rottura del sacco amniotico, ecc) spiegano gli autori della ricerca. E in quei casi, oltre al sesso purtroppo, ci vengono sconsigliate, dal nostro medico, molte altre cose. |