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Mi hanno salvato due scarpe da ginnastica


Il racconto di una ragazza è scesa a piedi dal 102esimo piano delle Twin Towers. Dopo avere visto dalla finestra l'aereo entrare nella prima Torre.

"Non vi preoccupate, tornate ai vostri posti, la situazione è sotto controllo". Judith Dawn Francis è viva perché ha disobbedito a quest'ordine, diffuso dagli altoparlanti dopo il primo attentato, sulla Torre ancora altra intatta. Quando ancora nessuna sapeva né immaginava che cosa stava accadendo.

"Io però l'avevo visto l'aereo entrare nella torre 1 - racconta Judith, 30 anni, una bella ragazza caraibica che lavorava al 102esimo piano della Torre Sud per una compagnia di assicurazioni - Ero appena arrivata al lavoro. Impiegata alle Twin Tower da 7 giorni, stavo scrivendo le mail di saluto agli amici prima di mettermi sotto. Sento uno strano rumore venire da fuori e dalla finestra vedo una scena a cui ancora in questo momento non riesco a credere: un aereo che entra dentro all'altra torre. Un boato, tutti i vetri anche da noi vanno in frantumi, come se si rompessero milioni di bicchieri contemporaneamente. Un'ondata di calore mi colpisce in pieno. Sarà passato poco più di un secondo: quando riprendo coscienza non riesco a capire come non posso essere ustionata".

Come hanno reagito gli altri colleghi?

"Nessuno aveva visto l'aereo. Trascino via la mia amica Louise, un altro viene con noi. Gli altri 5 rimangono dentro, non so più niente di loro. Uno è al telefono con il capo delle ditta, un'altra sta parlando con i genitori. Non vogliono ascoltare le mie grida. Vedo da lontano Gary che sta per prendere l'ascensore, cerco di fermarlo, inutilmente. Da allora c'è solo un'incredibile corsa di 45 minuti per 102 piani di gradini. Attraverso delle scale strette un metro da cui non passano più di due persone alla volta, tra spintoni, calca e guardie che incomprensibilmente cercano di farci tornare su. 'Andate al lavoro, è tutto sotto controllo': mi dice uno. 'Ma io l'ho visto, un aereo è entrato nell'altra Torre', provo a dirgli. 'E allora - risponde - tanto dalle Torri non si scende'. Me ne sono dovuta liberare con uno spintone"

Cosa è successo quando è stata colpita anche la Torre due?

"Mi trovavo pochi piani più sotto, all'85esimo. Dalle porte aperte delle scale ho visto una massa scura che si avvicinava. Da allora non ricordo quasi più nulla per almeno dieci minuti. Ho corso senza capire, senza pensare, ho sentito il boato, l'impatto sopra di me. E dicevo soltanto: 'We have to get out of here', 'Dobbiamo uscire'. 'Dio mi vuoi portare via la vita? Non penso proprio', mi ripeto come un automa. Dall'alto veniva un frastuono metallico sempre più forte: l'ho saputo dopo era la fusoliera dell'aereo che stava scendendo e distruggendo lentamente tutti i piani. Forse se l'avessi capito il panico mi avrebbe immobilizzata".

Ha mai avuto un attimo di crisi?

"Sì, a metà strada quando mi sono ripresa dal terrore provocato dal secondo impatto. La fatica era incredibile, è stato come fare una maratona senza essere allenati. La fatica mi ha quasi paralizzato. Mi sono fermata un attimo. Ho provato anche ad aiutare una vecchietta che cercava di scendere gradino dopo gradino. Poi ho capito che non ce l'avremmo fatta tutte e due. Cerco di convincere un ragazzo a lasciare il computer che si sta trascinando dietro. E man mano riprendo forza. Dall'alto intanto scende sopra di noi la pioggia acida e inutile degli estintori. Quando sono arrivata al pianterreno non riuscivo nemmeno a tenere chiuse le ginocchia. Ma al 'Ground zero' non è finita. C'è una calca enorme di persone che impediscono l'uscita e che non capendo ancora il pericolo blocca anche chi vuole fuggire".

Come si sente ora?

"Felice - dice sorridendo in italiano, perché dall'83 all'85 ha lavorato come infermiera alla base Nato di Napoli, diventando poi ricercatrice in Psicologia al ritorno negli States - Felice perché Dio alla fine mi ha tirato fuori da lì. Perché avevo già rischiato la vita due volte, in coma dopo un incidente stradale e cadendo dal terzo piano di un palazzo".

Che cosa pensa che l'abbia salvata?

"Due cose: l'avere visto direttamente l'aereo entrare nella prima Torre e l'aver deciso quella mattina di andare al Parco dopo il lavoro. Invece del solito tailleur con le scarpe alte, mi ero messa in jeans, maglietta e scarpe da ginnastica. Forse è anche questo che mi ha permesso di scendere per 102 piani".

Cosa prova per gli attentatori?

"Niente, non penso a loro. Fino a ieri sera non ho nemmeno voluto vedere le immagini dell'attentato. Spero solo che ora non ci sia la guerra, che non ci siano altri morti".