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Pelu' - Renzulli....pace fatta


La band capitanata da Ghigo Renzulli è pronta a conquistare le classifiche con l'album Insidia, secondo nuovo disco della nuova era senza Pelù.

MILANO - Gli alfieri del rock, guidati dallo storico chitarrista Ghigo Renzulli, orfani di Piero Pelù, ma capaci di cavarsela senza di lui grazie alla grinta e alla determinazione di Gianluca Cavallo (soprannominato "Cabo"), tornano sotto i riflettori con un nuovo disco di inediti, l’undicesimo della discografia del gruppo. Insidia , questo il titolo del disco nei negozi dal 19 ottobre, raccoglie dieci canzoni firmate da Ghigo Renzulli e Cabo con la collaborazione di Gianluca Venier. La formazione presenta anche un nuovo batterista, Gianmarco Colzi che sostituisce Ugo Nativi. Insidia è il secondo album dei “nuovi Litfiba” che hanno esordito nell'attuale formazione con il precedente Elettromacumba, un album ben accolto da pubblico e critica che ha ottenuto tre dischi d’oro per 150 mila copie vendute. IlNuovo.it ha incontrato la band, guidata dal chitarrista Ghigo Renzulli, storico leader del gruppo, finalmente riconciliato con Piero Pelù.

Ghigo cos'è cambiato rispetto a Elettromacumba?
L'album precedente è stato prodotto quando ci conoscevamo da un mese. Da allora siamo diventati molto più affiatati. C'è una profonda conoscenza reciproca, una consapevolezza dei pregi e dei difetti di ognuno di noi. Ecco ora possiamo dire di essere compatti. Un'altra cosa importante è la serenità che abbiamo raggiunto. In un certo senso Elettromacumba ha risentito di un clima che si era creato dopo la separazione. E quest'energia positiva è finita anche nel disco.

L'album è nato in un clima difficile perchè la rottura con Piero Pelù era una vicenda recente. Ora come sono i rapporti con lui?
I rapporti sono tranquilli. Ci sentiamo casualmente, ma siamo sereni, ognuno ha preso la sua strada. Se guerra era c'e' stata solo da parte sua, io ho incassato stoicamente.

Pensi di aver mantenuto la fiducia dei fan dei Litfiba?
Sì. Io considero i Litfiba un progetto musicale. Un progetto che amo perché l'ho ideato fin dall'inizio. Anzi personalmente sto vivendo un po' quella che era la prima fase dei Litfiba, più libera. Ad un certo punto eravamo un po' imbrigliati in una certa standardizzazione. Ora invece ognuno di noi porta le sue idee ed io in qualità di produttore le amalgamo. Siamo decisamente più liberi.

A livello di sonorità?
Il suono è tipicamente Litfiba anche se ci sono molte tastiere (ora abbiamo un tastierista) e c'è molta elettronica. Il bassista Gianluca Venier è l'artefice dei suoni elettronici.

Cabo cosa dici dei testi in qualità di loro autore?
Non c'è un'uniformità nel senso di pensiero di base. Piuttosto rappresentano un momento artistico che tu fotografi senza pensare al presente nè al futuro. In questo caso comunque c'era molta tranquillità e questo lavoro lo rispecchia.

C'è un interessante ritratto della ambiguità dell'essere umano, espresso soprattutto dalle liriche di Mr Hyde ... Nessuno e' unidimensionale l'essere umano ha parecchi lati che spesso non mostra. In un mondo in cui chiunque tenta di proiettare il proprio modello di persona, lo classifica come strano se non corrisponde o non lo modifica: nessuno si fa vedere com'e' in realta' e si mostra spesso per accondiscendere le aspettative degli altri.

Luce che trema è una canzone sulla pena di morte. Come vi ponete nei confronti di questo tema?
Sì la canzone è una soggettiva di un condannato a morte. Un tentativo di dare un' interpretazione reale di quello che puo' essere, ma senza giudizi, anche se personalmente sono contro la pena di morte. In generale tutto quello che si scrive nasce dall'osservato, il vissuto e l'immaginario. Quindi anche gli eventi dell'11 settembre influenzano quello che fai. Se non fosse così non saresti un essere umano.

La copertina del disco mostra un gatto pescatore come mai?
E' l'opera di un artista fiorentino, Bobo, che ha disegnato il primo manifesto dei Litfiba nel 1982. Nella copertina si vede anche il quadrato magico a base cinque. Contiene i numeri da 1 a 25, la cui somma in ogni direzione è 65. C'è una possibilità su cinque milioni che un quadrato possa essere così. E' stato scoperto in Cina più di due mila anni fa. E' una cosa molto affascinante.

Cabo che musica ascolti?
Molte cose. Dai Led Zeppelin a Little Richard. Ma anche la musica deli anni quaranta. MI piace sempre cercare. Non fermarmi mai. le grandi melodie non hanno epoca.

Ghigo qual'è l'artista che hai ascoltato e ti ha folgorato segnando la tua carriera artistica?
A 11 anni ho ascoltato i Vanilla Fudge. Sono stati loro a far scoccare la scintilla per la musica.

Nell'album c'è anche una canzone dal titolo Ruggine, che fa venire in mente la celebre frase di Neil Youn, Rust never Sleep, la ruggine non dorme mai. E' un omaggio all'artista?
Niente di più vero è stato detto in ambito musicale. La ruggine è il simbolo del disuso. Stando fermo vai indietro.

Come chitarrista ormai storico nel panorama del rock italiano, cosa ne pensi di questo genere di musica?
Sta sopravvivendo?
Questo è un periodo di contaminazione. Il rock ha vissuto i suoi anni d'oro quando rappresentava uno stile di vita, dal rock'n'roll al '68 fino agli anni settanta. Poi ha cominciato a contaminarsi. Ma non c'è niente di male. In questo preciso periodo comunque il rock sta proponendosi con più vigore. La gente ha bisogno di qualcosa di energico e meno buonista.