Se l'uomo paga la cena non è per cavalleriaMentre le donne considerano le famose parole "Faccio io" un segno di rispetto, per gli uomini si tratta di un gesto cinico e pieno di secondi fini. Una sorprendente ricerca Usa. MILANO - “Faccio io”. Due parole magiche al momento di pagare il conto, dopo una cena a due, con l’uomo che prende svelto il conto e mette mano al portafoglio. Eppure un test di psicologia comportamentale compiuto alla università di Michigan-Flint - e i cui esiti sono stati presentati al congresso annuale della “Society for Personality and Social Psychology” a Savannah in Georgia (Usa) - rivela che i giudizi e le interpretazioni di questo gesto differiscono totalmente da donne a uomini. “In sintesi, le femmine lo considerano un atto di rispetto, dettato dalle regole della cavalleria. I maschi un gesto poco rispettabile, e pieno di secondi fini”, spiega, per sommi capi, lo psichiatra Bill Altermatt, che ha condotto i test. Il fatto che la cena sia offerta dall’uomo – dice Altermatt – ha in realtà una origine storico-sociologica precisa. “E’ una regola di cavalleria che nasce insieme con il corteggiamento moderno, borghese: pagava il maschio perché le donne, semplicemente, non avevano quasi mai lavoro, e dunque reddito”. Ma è proprio il fatto che di denaro si tratta che dà origine a giudizi diversi. Finchè si tratta di valutare gesti maschili come scostare una sedia, aprire un porta, sorreggere un mantello, sono tutti d’accordo: atti positivi e senza equivoci. E invece quando si paga? Altermatt ha mostrato a un gruppo di 35 giovani intorno ai diciotto-vent’anni due videotape, assolutamente uguali: una coppia a cena in un ristorante, con pagamento finale del conto. Soltanto questa ultima scena subiva un cambiamento: in un film l’uomo pagava il conto per intero, nell’altro si faceva a metà.”Ebbene, le donne giudicavano un vero gentleman l’uomo che pagava il conto, cortese, rispettoso, un signore insomma”, spiega Altermatt. “Per i maschi invece, a livello generale, si trattava di un personaggio cinico, che si aspettava sostanzialmente un compenso per quel gesto”. Nel dubbio, lo studioso tende a considerare più realistico il giudizio maschile. “Dovremo fare qualche test che coinvolga più persone, ma penso che, essendo stati gli uomini ad avviare questa linea di comportamento, qualche sottinteso strategico ci sia. Più in generale, da questi test risulta che i cosiddetti “atti di cavalleria” in realtà sono una spada a doppio taglio. Nel concetto di cavalleria è insito il fatto che le donne sono molto più virtuose dei maschi, ma anche quello che le donne sono meno competenti, meno esperte, che hanno meno potere, e dunque hanno bisogno di assistenza, finanziaria o in senso più generale”. |