Biagi, una stella a 5 punte sul portoneIl consulente del governo ucciso a Bologna finito con due colpi alla nuca. Il simbolo delle Br era inciso sul portone di casa, a pochi passi dal luogo del delitto, sul muro la scritta: "Obiettivo centrato". BOLOGNA – C’è una stella a cinque punte incisa sul portone del palazzo dove abita la famiglia di Marco Biagi. Quando le forze dell’ordine hanno allentato il cordone in via Valdonica, dove il consulente del ministero del Lavoro viveva ed è stato ucciso, i cronisti hanno notato che sul portone del palazzo al civico 12 c’è l’inconfondibile marchio caratteristico delle Brigate rosse, grande non più di 10-15 centimetri, inciso malamente con un oggetto appuntito nel legno marrone scuro del portone e contornato da un cerchio molto più largo. Ma non è l'unico segno grafico inequivocabile, e definito "interessante" dagli inquirenti, presente sul luogo dell'agguato. C'è un'altra stella a cinque punte sulla vetrina di un negozio vicino, e sono stati trovati due timbri su una colonna del porticato sotto nel quale i killer erano nascosti: riproducono due frecce che mirano al centro di un bersaglio, e la macabra scritta: "Obiettivo centrato". Il muro era stato dipinto da poco. Poco più in alto c’è il foro di un proiettile, segnalato da un numero apposto dagli investigatori. Per il momento è stato impossibile capire se la stella sia stata incisa da tempo, o più di recente. Il tratto è frettoloso e non si può escludere nemmeno che sia stata vergata come una macabra firma, da qualcuno che stava per fuggire. Almeno quattro i colpi sparati e tre quelli che hanno raggiunto il professore, che sarebbe stato finito sparandogli alla nuca. I bossoli trovati sono calibro 9 corto incamiciato: è stata usata un'arma da guerra. Gli sviluppi delle indagini dicono che ad agire non sono state, come ipotizzato inizialmente, solo due persone che hanno avvicinato il professor Biagi mentre appoggiava la bicicletta al muro, rientrando a casa. Si ipotizza ora che un altro attentatore si sia avvicinato a piedi. Inoltre un terzo complice avrebbe collaborato dalla stazione, per avvisare il commando dell'arrivo della vittima da Modena, dove insegnava. Oltre alle riprese delle telecamere della stazione e dell'ex ghetto ebraico, gli inquirenti esamineranno filmati delle telecamere di tutta la città. La zona dove è avvenuto il delitto è fortemente presidiata dalle telecamere anti-microcriminalità del Comune, ma gli attentatori sono fuggiti verso via San Martino, in direzione contraria a quella in cui sono puntati gli occhi elettronici. Gli inquirenti potrebbero comunque contare su almeno un testimone utile a ricostruire l'agguato. A tarda notte, gli esperti del Ris, il Reparto investigazioni speciali dei carabinieri, hanno simulato la possibile dinamica dell'omicidio, studiando con particolare attenzione le probabili traiettorie dei proiettili. La scena del delitto, a pochi metri dal portone del numero civico 14, è stata illuminata con potenti luci. A dirigere la simulazione lo stesso comandante del Ris, il tenente colonnello Luciano Garofano. Un carabiniere, con indosso tuta bianca e copriscarpe, ha impersonato la posizione della vittima, mentre un altro militare, in piedi fra due colonne del portico, a pochi passi di distanza, ha mimato uno dei killer, con una pistola in pugno. L’intera simulazione è stata ripresa con fotografie scattate da diverse angolazioni. A guidare la ricostruzione sono stati i fori dei proiettili nel muro e nel portone, le macchie di sangue della vittima, ancora ben visibili sul pavimento del portico, e infine la posizione del corpo steso in terra di Marco Biagi. I Ris hanno poi ultimato altri rilievi all'interno dello stabile, e hanno lasciato la scena delitto intorno alle 4. Circa un'ora prima si era svolto un nuovo sopralluogo sul sul luogo dell'agguato da parte del pm di turno Claudio Caretto, che si occuperà delle indagini insieme ai Procuratori aggiunti Luigi Persico e Italo Materia, e al collega della Dda Paolo Giovagnoli, un veterano delle indagini sul terrorismo. La procura di Bologna ha incaricato come consulente Corrado Cipolla D' Abruzzo, un medico legale molto esperto di balistica. Alle 12, dopo una notte passata interamente al lavoro, si terrà in procura un vertice degli inquirenti. A chi chiedeva se intendesse chiarire anche il perché Biagi fosse senza scorta, il procuratore capo Luigi Persico ha risposto: ''E' un aspetto che non mi interessa in questo momento''. |