Il Cliente. Ritratto degli italiani che vannoL'operaio e il manager, lo studente e il pensionato: in un libro, scritto da un prete di frontiera, le storie (normali) di chi compra sesso e quelle (drammatiche) di chi è costretta a battere il marciapiede. Sul viale che arriva a Civitanova Marche ecco il mercato notturno delle schiave. Venti, trenta, forse cinquanta stelle luccicanti, palpitanti, di quel marciapiede infinito che sembra il palcoscenico dell'avanspettacolo del Duemila. In curva le attrici più esplosive: le nigeriane. Jane ha un paio di short rosso pervinca più piccoli di un tanga e un reggiseno con finestra direttamente sul capezzolo. Mary un paio di scarpe con tacchi d'argento a missile. La sua vicina Anya sventola avanti e indietro una gonna inguinale che scopre guizzi di natiche come sculture. Più in là, sotto un platano che pare un grande ombrello di foglie, le figlie dell'Est. Più «miti» nel vestiario e più umane. Si torna dal sogno del futuro. Code di cavallo, facce di bambine. Le macchine raccolgono e restituiscono. Macchine di lusso. Facce di uomini di famiglia: mariti, fratelli, figli. Un quarantenne un po' pelato carica una rossa color fiamma e dopo cinque minuti la rideposita ancora sul marciapiede. «Ha fatto il cespuglio» dice l'amica che allude così al sesso più sbrigativo (un rapporto orale). Poi la stessa donna sale sulla Panda di un signore col riporto, ma una grande moto blocca la strada. Urla, bestemmie. Sorrisi e ghigni delle ragazze. D'improvviso, una Mercedes contatta una gazzella nera ma riparte subito sgommando. Lei gli tira una scarpa verde che attraversa la notte come un fuoco d'artificio. «Voleva un incontro sadomaso. È matto. Viene con stranissimi occhiali e macchine diverse per non farsi riconoscere. Ha già torturato due nigeriane». Irina, moldava, 18 anni e riccioli biondi, di clienti sulla piazza marchigiana se ne intende. «Il venerdì e il sabato cominciamo tutte alle dieci del mattino per allargare i turni. Inutile: alle quattro di notte ci sono ancora le file». Non è bastata la battaglia del capo della squadra mobile di Perugia Piero Angeloni: solo un anno fa aveva denunciato per «agevolazione dolosa della prostituzione» ben sette clienti. Non è bastato il suicidio del geometra che si impiccò per la vergogna dopo essere stato sorpreso con una prostituta. Non bastano le campagne in atto e lo sdegno generale contro il mercato delle nuove schiave, una vergogna che infanga l'Europa e l'Italia prima di tutto. Gli uomini continuano ad andare con le prostitute. O con quelle povere disgraziate che credono tali. Su 30 mila che si vendono oggi in Italia, almeno 18 mila sono straniere. E schiave. Portate qui con l'inganno, comprate all'asta come animali, vendute a padroni diversi, picchiate, violentate, uccise. |