La proverbiale tardita' spagnola
l'origine della questione napoletana prima parteGran parte della storiografia moderna ,perduta tra le controversie tra
idealismo di destra e di sinistra, ha finito per ignorare aspetti importanti e
anelli fondamentali delle vicende che caratterizzarono la nobilissima e
popolosissima Napoli (e quindi l'intero regno) durante il periodo in cui gran
parte della nostra penisola (divisa nelle province di Napoli -SIcilia
-Milano)era sotto la dominazione spagnola.In particolare la ricostruzione della
storia del regno di Napoli operata dal Croce risente della sua particolare
visione filosofica che lo porta a individuarla come "brutta e poca
cosa" ,ma che ha per anni trascurato avvenimenti chiave indispensabili per
capire appieno cosa accadde durante la meta' del 1500 a Napoli.In quegli anni
infatti maturarono accadimenti che si sarebbero immancabilmente riflettuti sulla
civilta' meridionale di cui ancora oggi ne risente le conseguenze.La politica
spagnola portata avanti da Carlo V si basava su un'opere di accentramento
burocratico-amministrativo che poteva avvenire solo estromettendo la nobilta'
feudale dal governo del regno.Questi cambiamenti rilevavano l'ormai
indispensabile passaggio dalla frammentazione particolaristica feudale che
rendeva il governo del territorio alquanto incerto allo stato assoluto e
accentrato che avrebbe poggiato il suo potere sulla formazione di un quarto
stato sociale:quello dei burocrati o "letrados".L'alleanza di TOGHE e
CORONE che avveniva allora in tutte le monarchie europee fu avvertita dalla
nobilta' napoletana con forte sdegno.La politica di Carlo V infatti veniva
portata avanti dal VICERE' di Napoli "DON PEDRO de TOLEDO" parente di
Fernando Alvarez de TOLEDO duca d'Alba nonche' VICERE' a MILANO,il quale con una
politica tirannica finiva per riformare il "CONSIGLIO COLLATERALE"
organo piu' importante del regno conferendo tutti i poteri nelle mani delle
cappe negre (giuristi),ed desautorando l'anima nobiliare di governo costituita
dai nobili feudatari chiamati con accezione spregiativa "LEGOS e IDIOTAS".Iniziava
cosi' un'opera di disarmo psicologico del regno basata su una sottile politica
che scoraggiava qualsiasi intervento strutturale e volta ad assopire le
resistenze locali delle popolazioni.Tutto questo passando anche attraverso un
disarmo militare che aveva come conseguenza quella di esporre il meridione alle
continue scorrerie deportazioni saccheggi dei pirati turchi e nordafricani (si
calcola che in 6 anni furono deportate piu' di 400.000 persone pari circa all'1%
della popolazione attiva ).Tutto cio' avrebbe portato nell'animo dei meridionali
quel senso di passivita' e sopportazione degli avvenimenti che ancora oggi si
nota,nonche' l'introversione psicologica e l'inattivismo pratico che tutti
imputano ai meridionali.La proverbiale tardita' spagnola (intesa come politica
di assopimento e disarmo psicologico)aveva quindi un ruolo importante del tutto
trascurato dalla storiografia moderna;ma non poche conseguenze avrebbe portato
con se'.