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Infertilità, vergogna per le coppie


Nove coniugi su dieci l'avvertono come un difetto imbarazzante: un sondaggio effettuato su cento coppie dimostra che l'impossibilità di avere figli è un dramma.

ROMA - L'incapacità e l'impossibilità di avere un figlio arriva a essere vissuta come una grave vergogna da nove coppie su dieci. Lo dice il ginecologo Claudio Manna, ricercatore dell'Università di Tor Vergata e presidente dall'Accademia di scienze ostetriche e ginecologiche. Manna, in occasione del corso sull'Infertilità pratica. Illustrati i risultati di un sondaggio condotto su oltre 100 coppie infertili, in 2 centri pubblici e 4 privati. ''Ogni anno 500mila coppie italiane chiedono un consulto per infertilità - ricorda Manna - e moltissimi sentono questo problema come un handicap inconfessabile. Tanto che finiscono per scegliere i centri privati, ritenendoli più attenti alla privacy''.

Secondo il 78 per cento degli intervistati, che al momento del sondaggio aveva effettuato almeno un tentativo, la riservatezza è più curata nelle strutture private . A far propendere per un centro è l'affidabilità (70 per cento), piuttosto che la comodità geografica (5 per cento), mentre le informazioni e le segnalazioni arrivano soprattutto da amici (52 per cento), medici (18 per cento) e Internet (15 per cento).

Nelle strutture pubbliche, dicono i pazienti, c'è il grosso problema dei tempi d'attesa: più di 6 mesi dal primo colloquio al trattamento, mentre nel privato ci vogliono quattro mesi. Per l'87 per cento la tanto attesa legge sulla fecondazione assistita potrebbe aiutare le coppie . Ma un passo avanti lo dovrebbero fare i medici: il 93 per cento degli intervistati vorrebbe che lo specialista ne vestisse i panni, per un'assistenza più completa. ''Per 9 intervistati su 10, infatti - dice il ginecologo - si tratta di un problema che non può essere compreso da chi non lo vive".

Ma, al tempo stesso, i bebè fotocopia spaventano le coppie sterili italiane. ''Solo il 2 per cento penserebbe di ricorrere alla clonazione riproduttiva - spiega Manna - che fa paura e viene sentita come sintomo di egoismo smisurato''. A lasciare perplessi è anche il fatto che il nascituro avrebbe il patrimonio genetico di un solo genitore. ''In generale, le tecniche estreme non piacciono ai pazienti, che bocciano nel 98 per cento dei casi anche l'utero in affitto. Anche se alla luce di annunci e notizie clamorose, aumentano domande e curiosita'''.