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Numero 1233° sabato 23 novembre 2024

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Cultura e potere


La cultura si fa portatrice di valori sacri che corrispondono a quelli di una società

IL RAPPORTO TRA CULTURA E POTERE.La situazione politica italiana sembra riproporre in questi giorni un antico problema,che fa riferimento al rapporto problematico che si instaura da sempre tra politica e cultura.La questione in verità è alquanto complessa, e di non facile soluzione soprattutto se si tiene conto della difficoltà di inquadrare un fenomeno culturale di regola mai unitario, ma quasi sempre eterogeneo ;in uno schema logico che sappia tener fronte agli sconfinamenti del potere .I drammatici avvenimenti passati ,segnati dalla vittoria dei totalitarismi,hanno in questo modo palesato una grande fragilità del sostrato culturale incapace di opporsi alla ascesa di forze nemiche della democrazia . Lo schematismo di parte che sembra contraddistinguere oggi più che mai il Bel Paese, divide gli intellettuali di destra e di sinistra facendo loro perder di vista il valore intrinseco della cultura che è unità e non mera retorica del più turpe disegno politico. Perché da sempre il potere ha cercato di controllare la politica, di soggiogare i canali di comunicazione per individuare e disperdere le forze contrarie.Possiamo quindi dire che a grandi linee la cultura ,vista come sostrato portante della società ,ad un certo punto della storia esprima un ceto di comando,il potere, il quale si giova della cultura poiché vi imprime i caratteri della sua validità. Ed infatti le democrazie,i regimi totalitari, le oligarchie, sono sistemi di governo che apertamente fondano il proprio essere sui sacri valori della patria o della società civile dei quali si mostrano come continuatori. Si ripropone quindi la vecchia funzione del potere, che trovava nel mondo medievale terreno molto fertile, cioè quella di "leges servare";di custodire cioè le sacre leggi che governavano la società.Infatti in quel mondo privo di vocazioni totalizzanti il potere non poteva non mostrarsi rispettoso nei confronti di quel patrimonio di usi e costumi delle società ,nato da un lungo processo di sedimentazione storica, che trovava nella reiterazione dei comportamenti la sua validità.Tuttavia il mondo medievale non poté mai dimenticare il grande bagaglio classico del "corpus giustinianeo"come momento fondante della validità del sistema. Tutto ciò mette bene in vista la caratteristica fondamentale della cultura, cioè il tempo.La cultura è espressione di valori che si sono formati nello scorrere degli anni e della storia di un popolo, (in particolare), e perciò antichi.Ma ,ancora di più possiamo notare come la cultura rappresenti la capacità di un popolo di prendere coscienza di se, ed è proprio per questo che ,(quando tale coscienza collettiva manca o è messa in crisi da particolari congiunture), una società può essere soggetta a facili strumentalizzazioni.Infatti è proprio nei sistemi totalitari dove a fronte di un disagio sociale ,si costruisce una falsa cultura;un falso movimento di pensiero magari legato alla superiorità di una razza ,che strumentalizza la cultura per raggiungere gli scopi del potere.Ma il potere non è forza immanente nella società,non si è formato nel corso dei secoli come la cultura,ma è bensì espressione di una esigenza momentanea della società.Il potere è espressione di un dato momento storico,mentre la cultura è la storia.Per questo il poter ha davanti a se 2 strade:tentare di controllare la cultura o respingerla in toto cercando di proporsi esso stesso come centro culturale.Il fascismo vide infatti la nascita di molti teorici e filosofi di regime mentre in Germania i libri addirittura venivano bruciati e questo avvalora ulteriormente tale fenomeno di repulsione.Ma un potere così effimero non potrà mai guidare saldamente un popolo,e sarà sicuramente abbattuto,poiché non era sorretto dagli autentici valori.Proprio come ha sostenuto il presidente "Ciampi" in una sua ultima uscita,bisogna preservare il dialogo,quindi lo scambio di opinioni, per evitare che i pareri contrari siano fatti tacere dalle spinte più estreme del potere.Fin a quando ci saranno stecche fuori dal coro ci sarà democrazia,dovremo invece preoccuparci quando le acque saranno troppo tranquille.