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Schumi extraterrestre, è il killer del Mondiale


Il tedesco parte davanti e domina dal primo all'ultimo metro. E' in testa alla classifica da 25 gare, meglio di Lauda e Senna. Barrichello rompe il cambio e si ritira senza percorrere neppure un metro.

BARCELLONA - Michael Schumacher accende il motore e capisce subito di aver già vinto il Gp di Spagna. In quel momento, accanto a lui, lo scalognatissimo Barrichello non riesce a staccarsi dall’asfalto per l’avviarsi del giro di riscaldamento, causa una beffarda prima marcia che non ne vuole sapere di entrare. Depennato dalla lista il compagno, l’unico veramente in grado di rendergli la vita difficile, il tedesco deve solo badare a partir bene, fermarsi un paio di volte a far benzina e portare la macchina al traguardo. Insomma, più facile che rientare in città dopo il ponte di primavera.
Lo stress della domenica è così tutto per i rivali, in primis per le Williams, umiliate proprio sulla pista che in inverno le ha viste coprire migliaia e migliaia di chilometri. Montoya è arrivato secondo a una distanza siderale, mentre Ralf non è nemmeno andato a punti, tradito da una sbandata che l’ha costretto a una gara calvario. Il team inglese si è preso anche un bello spavento: nel secondo pit stop, Montoya ha travolto due meccanici. Attimi di terrore con limitate conseguenze: solo una bella botta per uno dei due malcapitati.

Dopo San Paolo e Imola, anche a Barcellona la Ferrari fornisce dunque una schiacciante prova di forza, che annichilisce la concorrenza e narcotizza il Gp sin dal primo giro. E, cosa più importante, mette una seria ipoteca anche sul Mondiale 2002, che ormai ha preso una piega decisa a vantaggio dell’insaziabile Schumacher, ora in fuga con 44 punti, 21 di vantaggio su Montoya. E con questa sono 25 le gare consecutive con Michael in testa alla classifica: nemmeno a Senna era riuscito tanto.

Di fronte a una supremazia simile, agli altri restano solo le briciole: brodino per la McLaren, terza con Coulthard, e soddisfazione per la Sauber, che piazza Heidfeld al quarto posto e Massa al quinto: tre motori Ferrari nei primi sei. E anche questo la dice lunga sullo strapotere del Cavallino. Punticino per Frentzen, vera sorpresa del weekend con la Arrows. A picco la Renault: Trulli e Button alzano bandiera bianca negli ultimi giri dopo esser stati in zona punti.

Al via, mentre Barrichello viene spinto in corsia box, Schumi deve arginare da solo l’assalto delle Williams. Ralf gli procura qualche affanno, ma Michael entra per primo in curva e allunga subito, mentre ai box il povero Rubens chiede invano che gli accendano la macchina. La Ferrari invece resta muta, la corsa del brasiliano è finita ancora prima di iniziare. Intanto Schumi mostra di non patire l’assenza dello scudiero e comincia a macinare giri a un ritmo insostenibile per gli altri. Dopo tre giri, ha già 2”6 sul fratello. Guai per Raikkonen, che come le Minardi perde l’alettone in pieno rettilineo: grandissimo rischio e ritiro inevitabile. Si ferma, e non è una novità, anche Fisichella.

Dopo 10 giri, Schumi comanda con 9”3 su Ralf: la differenza di ritmo tra i due è di quasi un secondo al giro. Segue Montoya col fiatone, poi Button, Coulthard e Trulli. Vola fuori Sato: entrambe le Jordan sono ko. Si arriva al ventiduesimo giro, senza scossoni: Schumi continua la sua marcia, Ralf è sempre più lontano: venti secondi tra i due, un abisso.

Al 25° giro inizia il valzer dei pit stop, ma nemmeno questa fase increspa le acque stagnanti della corsa. Un sussulto qualche minuto dopo: Ralf va troppo largo, spancia sul cordolo e perde un pezzo di alettone. Il tedeschino lascia strada al compagno Montoya e rientra di nuovo ai box per sostituire l’ala anteriore. Ne approfitta anche Button, che risale al terzo posto braccato da Coulthard e Trulli. A questo punto lo scozzese regala finalmente un’emozione: si incolla alla Renault in rettilineo, ritarda la staccata e infila l’inglese all’interno. McLaren terza, con Trulli che a sua volta passa il compagno ormai in crisi. Di lì a poco, Schumino deve subire l’umiliazione del doppiaggio da parte del fratellone, che veleggia indisturbato al comando con 26” su Montoya. Il colombiano incappa nell’ennesimo disastro del box Williams: dopo la sosta scatta al momento sbagliato e travolge due meccanici. La scena è drammatica, con un uomo in tuta bianca che finisce sotto il muso della Williams. Intanto l’attenzione in pista è tenuta sveglia dalla lotta tra Heidfeld e Button: l’inglese, sorpassato al pit stop, si arrende solo per i guai meccanici. Cede anche Trulli, che accusa problemi e deve lasciar strada a Heidfeld e Massa.

Finale che vede Schumacher passeggiare: il tedesco alza il piede e va a vincere sul velluto. Addirittura, nell’ultimo giro fa ciao con la manina. Poi taglia il traguardo. In attesa degli altri, che arrivano un secolo dopo.