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I vigili del fuoco, nati sotto una cattiva stella


Nonostante, ogni volta in cui ce n’è bisogno, siano i primi ad arrivare, gli ultimi ad andare via e malgrado siano quelli che si “sporcano” le mani più di chiunque altro…sono destinati a non essere considerati ed apprezzati come meritano.

Reggio Calabria, 03/12/2002

Eppure prestano un’opera ineguagliabile, superando anche i tanti disagi dovuti alle gravi carenze di personale, di automezzi, di vestiario e di risorse economiche.

I politici, poi, sembrano non percepire la loro esistenza, né tanto meno, le loro elementari ma pur sempre legittime istanze (più uomini e mezzi), salvo poi versare in televisione “lacrime di circostanza” e “pietosa ammirazione” per i pompieri americani.

L’attuale governo al momento dell’insediamento, aveva promesso attraverso il ministro Scajola e subito dopo con l’onorevole Pisanu, un reale interessamento nei confronti di questa categoria che viene sistematicamente ignorata, quando non viene addirittura bistrattata, un po’ da tutti, compresi dai mezzi d’informazione; allo stato attuale, quelle del governo restano vuote dichiarazioni d’intenti, senza alcun effetto concreto. 

I vigili del fuoco fanno notizia non quando prestano la loro opera con elevata professionalità, abnegazione e sprezzo del pericolo, ma solo quando, in questo frangente, qualcuno di loro perde la vita (Via Ventotene docet), solo quando il loro intervento si conclude con una tragedia .

Visto che le proteste sindacali, i responsabili scioperi di categoria (anche in tali occasioni viene assicurato il soccorso tecnico urgente alla cittadinanza) vengono fatti passare nel più assoluto silenzio dai mass-media, che preferiscono addirittura parlare delle proteste dei pompieri inglesi, è lecito domandarsi quante vittime innocenti dovranno essere sacrificate prima che qualcuno si accorga che “forse” le cose così non vanno e che il Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco è costretto a lavorare in condizioni vergognose?! 
Non dovrebbe forse scandalizzare l’opinione pubblica, il fatto che per 57 milioni di abitanti, in Italia ci sono solo 27 mila vvf, che la metà dei comuni sono sprovvisti di distaccamenti vvf, che malgrado l’incredibile carenza di personale, l’amministrazione dell’Interno non riesce ad assumere, da tre anni, i circa 3500 idonei al concorso di vigile, che quello del vigile del fuoco non è riconosciuto come lavoro usurante, che nei comandi provinciali di mezza Italia si usano ancora degli automezzi immatricolati nel 1970.

A fronte di questa situazione, più volte denunciata dagli addetti ai lavori, e che è stata, purtroppo, drammaticamente messa in evidenza dagli ultimi, tragici avvenimenti (Etna, S.Giuliano, ecc.), quando intere squadre di VVF si sono dovute spostare da un lato all’altro del nostro paese, si è pensato di rispondere, invece che con concreti provvedimenti, con il riconoscimento di una medaglia da parte del Capo dello Stato. 

Un riconoscimento che non può che far piacere, che ha il sapore però, di un piccolo “contentino”, conferito per placare gli animi di questi uomini, che, lontano dalle telecamere e dai riflettori, hanno sempre lavorato sodo rischiando la propria vita e continueranno a farlo nonostante tutto, con o senza medaglia sul petto: se esiste una definizione di eroe, credo sia questa!