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Arbore torna in tv con la sua nuova fidanzatina


"Son felice sol così quando canto notte e dì doremifasollasì". Titolo programmatico, tanta musica e ricordi del passato. Tre serate a tutto swing "La tv è soggiogata all'Auditel, ci vorrebbe un cda di tecnici Biagi e Santoro, una perdita importante per il servizio pubblico"


ROMA - Quelli della notte tornano in tv. A diciassette anni di distanza dal programma di culto che segnò una svolta nell'intrattenimento televisivo, e a quindici anni da Indietro tutta, sberleffo della tv commerciale, Renzo Arbore torna sul piccolo schermo, ma questa volta regala al pubblico un po' della sua "mania" preferita: lo swing.

Son felice sol così quando canto notte e dì doremifasollasì: questo il titolo della nuova trasmissione, in tre puntate, a partire da stasera (3 dicembre 2002) su RaiDue alle 22.40: "E' un diario di viaggio del tour estivo con il mio gruppo, gli Swing maniacs" spiega Arbore. Musica anni '40 di qualità, dimenticata ma rivitalizzata, un programma vintage, dice l'autore. Ma non solo: Arbore commenterà, dal salotto della sua casa romana, avventure e disavventure raccolte in giro per l'Italia, ricordando anche canzoni e costumi del dopoguerra.

Accanto a lui, quello che fu il perfetto alter ego nelle trasmissioni degli anni passati, Nino Frassica. E una presenza femminile: Sonia Acquino , "una ragazza di Avellino - dice Arbore -, una nostra scoperta". Ma chi si aspetta un clone di Quelii della notte o di Indietro tutta resterà deluso, "perché troverà - spiega lo showman - un Arbore un po' rimbambito e un Frassica savio che cerca di mettere ordine nei pensieri dell'altro".

Un programma "anomalo", per ricostruire una seconda serata, che è la fascia di palinsesto che ha sempre preferito, "con uno stile brioso che unisce musica e umorismo, riflessioni e nostalgia. Perché nel nostro paese manca una vera programmazione musicale per tutti i gusti - aggiunge Arbore - anche se l'Italia è piena di musica. Il jazz italiano è secondo solo agli Usa, e da noi la musica popolare è ricca di interpreti e interpretazioni".

Niente caccia all'audience: "Non abbiamo pensato ad alcuna trovata discutibile per ottenere un mezzo punto in più di share" precisa Arbore, che si lascia andare ad una riflessione più ampia sullo stato di salute della tv pubblica. Dopo anni di assenza, afferma di aver ritrovato "una televisione di espedienti, soggiogata a numeri, che non guarda alla qualità ma alla quantità tranne rarissime eccezioni, in cui le parole eleganza e buongusto sono obsolete".

Ma non si tira indietro. Anzi, le tre puntate iniziali potrebbero esser anche il preludio a un nuovo programma Rai. "Vediamo come va - aggiunge - sto annusando la tv di nuovo, non mi spiace provare a fare ancora un'altra televisione". Poi lo showman tocca i nervi scoperti di viale Mazzini. "RaiDue è una rete che sta remando controcorrente. La perdita di Santoro, come quella di Biagi, è importante per un servizio pubblico che voglia essere davvero completo e per tutti".

"Ci vorrebbe un consiglio di amministrazione di tecnici - aggiunge Arbore - per superare la crisi della Rai. Al vertice della Rai il tecnico è Saccà, io credo che sia il caso di affiancargli altri tecnici, indipendentemente dagli slogan 'in quota di' o 'di area di'. Molti si occupano di televisione ma non è il loro mestiere, vengono a fare praticantato e poi, quando hanno imparato, sono stati sostituiti perché il Cavallo ha cambiato direzione. La Rai non merita tutto questo".

E domani mattina, il day after del debutto di Son felice sol così, Arbore, giura, non guarderà i dati Auditel; "Un meccanismo - dice - che privilegia maggioranze forse meno esigenti a scapito di minoranze che vorrebbero cose più eleganti. Il mio slogan è: meglio tre milioni di pubblico attento, che dieci di pubblico assopito".