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Gelosia, scoperta la causa biologica


I soggetti gelosi hanno un basso livello di serotonina. Lo hanno scoperto alcuni studiosi dell'università di Pisa coordinati dalla neuropsichiatra Donatella Marazziti.

ROMA - La gelosia è un tormento? Niente paura. C'è una spiegazione biologica. L'ossessione per il tradimento subentra quanto il livello di serotonina, il neurotrasmettitore che controlla fenomeni fondamentali come fame, dolore e umore, si abbassa. La scoperta, pubblicata domani sulla rivista Neuropsychobiology, si deve al gruppo dell'università di Pisa coordinato dalla neuropsichiatra Donatella Marazziti. "La gelosia è un sintomo, la punta di un iceberg - ha detto la ricercatrice - Sarebbe l'espressione di una vulnerabilità sottostante, che viene improvvisamente scatenata da quella vera e propria tempesta biochimica che può essere una relazione affettiva''. Non si parla, naturalmente, della gelosia più blanda, che provano la maggior parte degli individui (nove su dieci). L'attenzione di è concentrata invece su quel 10% di individui che vivono la gelosia in modo eccessivo.

La ridotta funzionalità della serotonina gioca un ruolo importante nei disturbi ossessivi-compulsivi. ''Per avere un confronto con la situazione non patologica abbiamo cominciato a studiare quello che accade a livello biochimico nelle persone innamorate'', ha detto la ricercatrice. Il passaggio dall'innamoramento alla gelosia è stato breve. ''La gelosia - ha aggiunto - è un fenomeno più che un comportamento, molto complesso e difficile da afferrare, molto plasmato dalla cultura''. Il primo passo è stato sottoporre un questionario sulle relazioni affettive a un gruppo di 400 giovani fra 25 e 30 anni. Dai 250 questionari che sono stati compilati, è emerso che 9 giovani su dieci erano gelosi in modo normale, mentre il 10% era geloso in maniera significativa, eccessiva. Di questi 25 individui, 21 sono stati studiati in modo più approfondito e a tutti è stato fatto un prelievo di sangue dal quale è emerso che i livelli di serotonina erano notevolmente ridotti.

Un secondo questionario più approfondito e un nuovo prelievo di sangue hanno confermato sia il basso livello di serotonina sia l'eccesso di gelosia. ''E' emerso così che la gelosia corrisponde ad una vulnerabilità dei tratti di personalità, una fragilità eccessiva che può essere scatenata da una relazione affettiva'', ha detto la neuropsichiatra. Accertate quindi le basi biologiche del fenomeno, la ricerca prosegue adesso con un nuovo studio che, ha detto Donatella Marazziti, sara'avviato a giorni. Un nuovo questionario sottoposto in una prima fase almeno a 400 persone permetterà di mettere in relazione ciascuno dei quattro tipi di gelosia finora individuati con specifici tratti del carattere: si andranno cioè a ricercare quali aspetti della personalità corrispondono alla gelosia depressiva, a quella panico-fobica, a quella ossessiva o ancora a quella di tipo paranoide.

La serotonina è stata la prima ad essere scoperta, tra le oltre cento sostanze messaggero che permettono alle cellule del cervello di comunicare tra loro. L'ha scoperta nel 1938 dall'italiano Vittorio Erspamer, il padre della ricerca sui neurotrasmettitori. All'inizio famosa come il farmaco del sonno, la serotonina è diventata negli anni la sostanza chiave per comprendere percezione di dolore e appetito, secrezione ormonale, termoregolazione, comportamento sessuale, allegria, depressione e perfino suicidio. Tra i farmaci che la controllano, il primo e più famoso è il Prozac, che blocca l'enzima che ne frena la produzione. Tra le droghe è l'ecstasy ad avere la serotonina come bersaglio, uccidendo le cellule produttrici di questa sostanza.