Aids, confutata la teoria sulle originiLa tesi più accreditata sulla diffusione del virus, elaborata da Edward Hooper, viene contestata e considerata solo suggestiva da un gruppo di ricercatori europei e americani. MILANO - L’origine del virus HIV rimane il più grande mistero scientifico attuale e ogni giorno si contorna di aspetti inquietanti come autentici complotti e negligenze legate all’industria medico-farmaceutica. La teoria più accreditata anche a livello popolare, infatti, resta quella di Edward Hooper, un giornalista inglese che l’anno scorso nel suo best seller The River - otto anni di minuzioso lavoro e ricerche sul campo - ha dato una spiegazione “forte”: furono le vaccinazioni antipolio di massa del 1958 e 1959 in tre Paesi africani a causare la genesi e la prima diffusione del male. Hooper accusava il Wistar Institute di Philadelphia di aver diffuso un lotto di vaccino via orale derivato da cellule infette di rene di scimpanzè; di qui, la controversa teoria del salto di barriera di specie dalla scimmia all’uomo. Questa tesi sarebbe solo suggestiva, secondo un team di scienziati - immunologi e biologi molecolari - dei maggiori centri di ricerca europei e americani che hanno diffuso mercoledì le loro conclusioni. Lo hanno fatto sciegliendo le due più prestigiose riviste scientifiche del mondo, Nature e l’americana Science. Il teorema Hooper viene smontato in alcuni punti cruciali. Il virus che causa immunodeficienza sull’uomo, scriveva Hooper, sarebbe stato inoculato nel biennio ’58 -’59 tra le popolazioni della RC Congo, Ruanda e Burundi e dopo pochi anni, colpa il selvaggio inurbamento, si sarebbe diffuso nelle città africane e poi il giro per il mondo. L’accusa alla Wistar ha creato inquietudine mondiale verso le vaccinazioni di massa, tanto che l’OMS ha invitato questi super-esperti d’immunologia e biologia a controllare i campioni rimasti di quel vaccino. In particolare, sopra i resti scongelati hanno lavorato l’Istituto Pasteur di Parigi, il Max Planck tedesco (antropologia evolutiva), il Roche Molecular System in California, la scuola di medicina dell’Università di New York e il britannico Institute for Biological Standars and Control. Per vie indipendenti, tutti hanno affermato di non aver trovato tracce di HIV né di suoi componenti d’acido nucleico; l’unico elemento derivato dalla scimmia è di macaco, una specie lontana dallo scimpanzé, il più vicino come virus all’HIV umano. Il team tedesco ha scritto a chiare lettere che non sussitono prove che siano state utilizzate cellule di scimpanzé. A Oxford si eÕ poi scoperto che lÕHIV 1 M, il ceppo virale prevalente, esisteva ben prima della vaccinazione di massa in Africa. In questo senso i ricercatori inglesi si sono messi in linea con quelli dell’Università di Lovanio in Belgio che già in novembre avevano annunciato una correzione importante alla teoria di Hooper: l’1 M risalirebbe, secondo calcoli combinatori regressivi nel tempo, a un anno intorno al 1675 e sarebbe vicino al gruppo della scimmia SIVcpz, questo sì isolato dallo scimpanzé. Insomma, sarebbe avvenuto nel XVIII secolo l’oscuro contatto tra scimmia e uomo. La teoria di Hooper, quindi, va retrodatata. Molti ricercatori - e in testa il gruppo di Oxford - indicano tra gli anni 1920 e il 1931 (prima apparizione dell’1 M) il periodo della prima diffusione. In Africa venivano fatte le prime vaccinazioni, ma si usavano siringhe non sterilizzate. Quanto all’origine in senso stretto, si è ancora fermi a ipotesi fantasiose come una “cena di caccia selvatica” nella quale un cacciatore, bianco e nero che fosse, avrebbe mangiato carne di scimpanzé infetta da SIV. Unico elemento certo è invece il tragitto dagli anni 1960 in poi, causato dalla corsa alle città nuove e quindi alla promiscuità sessuale, quando prima la malattia era circoscritta al villaggio rurale. Ma, come si vede, è ancora un po’ poco. Resta aperto un altro mistero, segnalato dall’immunologo londinese Robin Weiss: perché l’Aids, come Ebola e la Febbre di Lassa, non si espande più di tanto nonostante le sue enormi possibilità di contagio? (26 APRILE 2001, ORE 18,10) |