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In piazza con il rock di casa nostra


Assenti dal palco di San Giovanni, per il tradizionale appuntamento musicale del Primo Maggio, le grandi star straniere. In compenso, molti artisti italiani e Compay Segundo per il concertone dei sindacati.

ROMA - Era nato come evento speciale per celebrare i 100 anni del movimento sindacale in Italia, poi il successo dell'iniziativa indusse a ripeterla e quella che doveva essere una serata unica è ora un appuntamento annuale che dopo 11 edizioni si può ben definire tradizionale.

Nel rispetto dunque della tradizione il concertone ha recuperato la sua sede storica di piazza San Giovanni, resistendo al tentativo di rispedirlo a Tor Vergata, come era stato fatto lo scorso anno a causa del Giubileo. Nel tempo l'importanza dell'evento mediatico ha un po' fagocitato il senso socio-politico del Primo Maggio, che rimane comunque legato alle grandi tematiche del lavoro. Lo slogan che sovrasterà il palco quest'anno, "Più lavoro, più sicurezza", si inserisce nella campagna annuale lanciata ai primi d'Aprile dalla Cgil, per la sicurezza sui luoghi di lavoro. E' sotto quella scritta che si esibiranno gli artisti nel corso della giornata, a partire dalle 15 e fin quasi a mezzanotte.

Il cast di quest'anno risente della mancanza della superstar di grande richiamo, ruolo che in passato era stato svolto da mostri sacri come Lou Reed, Sting o Peter Gabriel. Moby, corteggiato fino all'ultimo momento, aveva altro da fare; il sogno Springsteen è rimasto tale e la presenza straniera è limitata a Compay Segundo, ultranovantenne ma vivacissimo esponente dei cubani Buena Vista Social Club, ai No Smoking, scombinata e divertente band del regista slavo Emir Kusturica, e alla regina del nu-soul Erykah Badu.

Per il resto grande spazio alla musica italiana: quella cosiddetta "alternative" con band come Afterhours, Marlene Kuntz, Almamegretta, 99 Posse, La Crus, Quintorigo, Elettrojoyce, Tiro mancino e quella più "da classifica" con Britti, Elisa, Piero Pelù, Articolo 31(che si esibiranno insieme ai Timoria) Sottotono e un Pino Daniele deciso a fare l'ospite della 99 Posse, esibendosi esclusivamente con Zulù, Meg e compagni. E poi Fiorella Mannoia e Marina Rei, conferme dell'ultimo minuto.

Nessuna novità eclatante, dunque, considerando anche che gli artisti di quest'anno, nella stragrande maggioranza dei casi, sono già passati sul palco di San Giovanni. Si poteva fare di più? Difficile dirlo, ma certamente le porte della Storia non si apriranno per accogliere questa edizione del "May Day". Nel conto finale va però considerato lo spazio maggiore dato alla musica italiana, soprattutto a quella scena che più difficilmente trova spazio in tv o nella programazione radiofonica dei grandi network. Parliamo di quei gruppi, che abbiamo definito "alternative" usando una parola mutuata dal linguaggio dei discografici, che osano di più sul piano creativo e stilistico e che in questi anni hanno modificato, alzandolo, il livello medio della musica in Italia.

Il riconoscimento di Pino Daniele verso la 99 Posse è un segnale chiaro in questo senso, così come quelli, negli anni scorsi, di Mina o di Antonella Ruggiero, che hanno richiesto la collaborazione di musicisti appartenenti a quest'area. Due anni fa Mauro Pagani, direttore artistico "una tantum", diede loro maggior spazio, incorrendo nelle ire delle case discografiche, impegnate ogni anno, fin quasi all'ultimo minuto, in strenue trattative per piazzare i loro artisti di punta in quella che è considerata una grande occasione promozionale. Oggi quei gruppi sono protagonisti a pieno titolo della manifestazione, accanto ai big più popolari e questo è senz'altro un bene. Saranno poi la musica e la risposta del pubblico a dire l'ultima parola.

(riproduzione riservata) (30 APRILE 2001; ORE 10:58)