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Oscar a Faggin, inventore dei microchip


È italiano uno dei creatori del primo microprocessore. Federico Faggin ha ricevuto un Oscar della scienza dal Museo del Computer a Bozeman, nel Montana.

Ieri a Bozeman, nel Montana, presso il Museo del Computer, lo scienziato italiano Federico Faggin ha ricevuto l'Oscar della Scienza, assieme a Marcian Hoff e a Stan Mazer per aver ideato, nel lontano 1971, il primo microprocessore del mondo.
Senza quest'invenzione non avremmo avuto i personal computer e questo giornale e Internet non esisterebbero.

Federico Faggin è forse è il più noto degli italiani che hanno fatto grande la Silicon Valley. Il suo nome è legato allo 'Zeta Ottanta', il primo microprocessore Intel che ha effettivamente cambiato la nostra vita e da quale ne sono derivati altri, più sofisticati e più potenti. Basti pensare alla applicazioni: dal comando degli ascensori al controllo dei distributori automatici, dalle macchine per il prelievo di valuta con carte di credito alla regolazione della marcia dei treni, dalla gestione sempre più diffusa delle funzioni dell'automobile alla guida dei missili e delle navicelle spaziali, il microprocessore fa la parte del leone. La maggior parte delle apparecchiature del nostro tempo utilizzano microprocessori: l'orologio digitale, le calcolatrici tascabili, il controllo degli elettrodomestici, i videogiochi, i televisori a colori, i lettori di Cd, i telefax, gli apparecchi acustici, tanto per fare qualcuno degli innumerevoli esempi. I microprocessori costituiscono l'invenzione che ha avuto il maggior numero d'applicazioni.
Ma cos'è un microprocessore? E' una lastrina di silicio, (chip o wafer, come è chiamata in gergo) sulla quale gli scienziati sono riusciti a integrare le funzioni, prima di migliaia e oggi di milioni di circuiti elettronici (transistor, resistenze e condensatori), in modo da elaborare, trattare, amplificare, filtrare e condizionare segnali elettrici.
L'invenzione di Faggin ha aperto la strada allo sviluppo degli elaboratori elettronici e all'elaborazione dei dati. Nato a Vicenza circa 60 anni fa, Federico Faggin, dopo aver conseguito la laurea in fisica a Padova, nel 1965, con il massimo dei voti e dopo una breve esperienza lavorativa in Italia, si trasferì in California, con la moglie Emma, dove ha cominciato la sua attività alla Fairchild Semiconductor, nel laboratori di ricerca di Palo Alto, lavorando intensamente per 18 ore al giorno e per 365 giorni all'anno. Durante questo periodo Faggin diresse lo sviluppo della tecnologia MOS e realizzò il primo circuito integrato commerciale: non era ancora un microprocessore, ma utilizzava una logica di decodifica che sarebbe servita da base in applicazioni future.
Nel 1970, lo scienziato vicentino passò all'Intel Corporation di Santa Clara: Fu uno degli artefici del primo microprocessore del mondo, l'Intel 4004 e di altri tre circuiti integrati , il 4001 (che aveva una memoria di 2K), il 4002 (con memoria a 320 bit) e il 4003 (a 10 bit). Il 4001, era un circuito integrato in grado di espletare la funzione di circa 2250 transistor: una vera e propria unità logica, che fu chiamata microcomputer proprio perché aveva le stesse funzioni di un elaboratore molto più grande). Il successivo microprocessore 4004 manipolava informazioni di tipo matematico a 4 bit. Il vero obiettivo della Intel consisteva nel produrre un microprocessore con frequenza di clock a 1 Mhz, che avrebbe consentito di elaborare dati come i grandi elaboratori. In effetti, agli inizi degli anni '70, il mercato era ancora impreparato per sfruttare in pieno questa nuova tecnologia. Ai primi microprocessori, nel corso degli anni, ne sono seguiti altri, con numero di componenti integrati e frequenze sempre maggiori, arrivando al pentium 4 dei nostri giorni. Con i vari tipi di microprocessori si sono realizzati i vati tipi di computer: dal primo 8088 al 296, per passare ai 286, 386 e 486 3, successivamente, al pentium 1, al celeron, sino al pentium 4. Intel 4004 fu definito il primo microprocessore, non perché il primo chip o integrato, bensì perché fu il primo componente ad ospitare al suo interno un'intera ALU (Arithmetic and Logic Unit), ovvero un'unità logica ed aritmetica.
Faggin, nel 1974, fondò la Zilog Inc a Cambell, sempre in California, della quale è stato presidente sino alla fine del 1980. Nel 1982 fu co-fondatore della Cygnat Tecnologies, dove ideò il Comminication CoSystem, una periferica di personal computer intelligenti per voce e dati. Nel 1996 creò, assieme ad altri, la Synaptics, della quale è attualmente il presidente. Dal lontano 1971, quando l'introduzione del microprocessore ha cambiato la nostra vita, il nostro lavoro e il modo di pensare, si sono fatti molti progressi, inimmmaginabili sino a pochi anni prima.
La Synaptics, sotto la guida di Faggin si interessa dell'informatica del futuro. Anziché adattare gli essere umani ai computer, Synaptics sta studiando sistemi neurali per adattare i computer agli esseri umani. La prima realizzazione Synaptics è stat il touch pad che, nei computer portatili, sostituisce il mouse. Faggin ha anche ideato un sistema per riconoscere gli ideogrammi della lingua cinese. Scrivendo a mano, l'elaboratore riconosce i caratteri prima che siano completati, appena si è alla metà del tratto.
L'obiettivo principale Synaptics, ha avuto occasione di dichiarare Faggin, è la realizzazione di reti neuronali, ossia strutture in grado di riconoscere forma complesse, come il parlato e la scrittura a mano, utilizzando processi simili a quelli che avvengono nel cervello umano. Si useranno quindi, per i computer, criteri di funzionamento basati sull'apprendimento anziché sulla programamzione. Faggin ha anche ideato il primo chip neurali (o neuronale). Prevede che, tra venti o trent'anni, utilizzeremo sistemi interattivi molto sofisticati, paragonabili al cervello di un bambino nei primi anni di vita. Per apparecchiature più complesse, le cui funzioni siano paragonabili al cervello umano, bisognerebbe aspettare almeno 5O anni. La Synaptics sta attualmente studiando macchine MEMS (Micro Electro Machine Systems), ossia microdispositivi al silicio che si integrano con i microcontrollori, in modo da ottenere intelligenza, parte sensoriale e parte motrice integrate in unico chip. Le applicazioni, impensabili solo qualche anno fa, potranno raccogliere dati clinici, per diagnosi, mediante un microdispositivo inserito nel corpo umano. Cominciano oggi a diventare fattibili, grazie alle nuove tecnologie, display a tre dimensioni con i quali si vedranno oggetti in tre dimensioni in una scatola trasparente, in modo molto più preciso e più luminoso degli ologrammi.